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Ecologia

La caratteristica speciale dell'Abete bianco è la sua eccellente tolleranza all'ombra. Cresce insomma dove altre specie faticano, su pendii scoscesi dove è facile il dilavamento delle superfici, dove la sua presenza assicura la stabilità dei pendii. Inoltre esso, costituendo solo foreste miste ad alta stabilità climacica, con la presenza di più specie anche di sottobosco, è stato definito “albero ecologico”. Questa specie non forma mai in natura popolamenti puri, ma si incontra sempre in boschi misti, prevalentemente con faggio ed abete rosso: ciò è dovuto, fra l'altro, al fatto che le plantule non trovano un substrato adeguato nell'humus prodotto dalla decomposizione delle foglie degli abeti bianchi adulti per cui possono svilupparsi solo sotto esemplari arborei di altra specie. La sua presenza con le altre specie assicura una biodiversità eccellente.

L'Abete bianco predilige un clima di montagna: può sopportare temperature particolarmente basse (-25 °C), è molto resistente al vento e alle intemperie e tollera condizioni d'ombra (sciafilia). È però sensibile a gelate tardive e per questo non scende nelle valli, dove tale fenomeno avviene più spesso. Necessita di elevata piovosità (condizioni ottimali 1500–2000 mm/anno) e soprattutto umidità, condizioni ben presenti in Friuli. Cresce su terreni silicei freschi e profondi, è in grado di superare periodi di siccità, ma non ama il ristagno idrico che causa la marcescenza dell'apparato radicale.

Varie sono le tipologie forestali ove è presente l'Abete bianco. In Friuli Venezia Giulia esse sono:

BOSCHI DI ABETE BIANCO E FAGGIO DELL'AREA PREALPINA
Sono formazioni in cui l'Abete bianco gioca un ruolo preminente nella composizione dello strato arboreo, mescolandosi con il faggio. Sono presenti sui calcari dell'area prealpina, ma su suoli freschi ed evoluti.


BOSCHI DI ABETE ROSSO, ABETE BIANCO E FAGGIO
Addentrandosi nel settore mesalpico dove il clima inizia ad essere favorevole anche all'abete rosso, diventano frequenti gli abieti-piceo-faggeti presenti dalle basse quote a quelle elevate (piano altimontano). Per mantenere in ottimo stato questi boschi, bisogna intervenire con il classico “taglio di curazione per pedali e per piccoli gruppi” liberando le giovani piantine (rinnovazione) già affermate.


BOSCHI DI ABETE ROSSO E ABETE BIANCO
Sono formazioni miste in cui il faggio, condizionato dalla bassa temperatura dei fondovalle interni o dalla presenza di terreni profondi che favoriscono gli abeti, più esigenti, partecipa solo in modo sporadico. Questi boschi si conservano attraverso i tagli di curazione a gruppi o i tagli ad orlo, liberando cioè dei nuclei di rinnovazione già presenti, vista la maggiore competitività delle giovani piantine.

Rinnovazione dell’Abete bianco

Per la sua straordinaria capacità di disseminazione ed attecchimento, l'Abete bianco si rinnova facilmente e ciò consente una gestione prossima alla natura; il bosco può rinnovarsi da solo senza alcun intervento umano di piantagione. I problemi di rinnovazione si verificano solo in popolamenti eccessivamente utilizzati (solitamente in boschi che non hanno un sistema di gestione controllato). Stante il temperamento oceanico e sciafilo della specie, problemi di rinnovazione tendono ad evidenziarsi anche a causa dell’eccessivo riscaldamento atmosferico (cambiamenti climatici).

Amante dell’ombra

La sua eccellente tolleranza all’ombra, permette la crescita solo in foreste miste che per loro natura sono molto stabili e vigorose. Le giovani piantine crescono all’ombra delle piante mature alte o protettrici e possono attendere anche decenni sotto chioma in attesa che luce e spazio consentano loro di crescere rapidamente e diventare grandi alberi maestosi, dando il via ad una nuova generazione di foreste miste. Questo può avvenire in due specifiche situazioni: o perchè gli alberi adulti di protezione si schiantano per uragani o per vecchiaia, oppure per l'intervento umano di diradamento. Quest’ultimo, effetto dei Piani di Gestione Forestale e di una saggia gestione selvicolturale, garantisce alla foresta di rinnovarsi e permette alle giovani piante di crescere rapidamente. Un bosco “gestito” secondo le regole della selvicoltura naturalistica produce più ossigeno e stocca più CO2 di un bosco trascurato e lasciato a sè.

Stabilizzatore dei suoli

Il complesso sistema radicale, fittonante, profondo e vasto, penetra in profondità nel terreno soprattutto quello costituito da materiali morbidi e facilmente franabili. Le radici dell’Abete bianco garantiscono stabilità ai versanti ed alle avversità atmosferiche (vento, neve, tempeste). Protegge e consolida il suolo contro l'erosione e le frane. Per tutto ciò, l'Abete bianco è una delle conifere che meglio si ancora al terreno e risulta quindi poco soggetta a sradicamenti.

Età e capacità di crescita

Leggendaria è la loro performance di crescita. Gli abeti bianchi sono gli alberi più grandi d'Europa: possono raggiungere un'età di 600 anni, un'altezza di oltre 60 metri e un diametro del tronco di 2-3 metri in posizioni ottimali. Se gestiti con buona tecnica forestale e raccolti alla sua maturazione, garantiscono una vigorosa rinnovazione col vantaggio di stoccare l’anidride carbonica.
La capacità di crescita dell'Abete bianco supera quella dell'abete rosso in condizioni ottimali del sito. Le foreste di abeti sono quindi fra le foreste più produttive d’Europa. L'incremento annuo oscilla tra i 4 e gli 8 mc/ha, ma può arrivare a 12-14 nelle abetine delle stazioni migliori.

Risorsa regionale

Il taglio e la lavorazione vengono effettuati direttamente sul posto, in modo da ridurre al minimo le distanze di trasporto. Solo l'uso abituale del legno di Abete bianco porta ad un suo apprezzamento e quindi, nel lungo periodo, alla certezza del suo vantaggio economico e della garanzia di un processo che valorizza le piante mature e permette la crescita delle giovani piante. Ma non solo. In passato, per la necessità della sua diversa lavorazione, il suo legno era destinato solo alla triturazione. Ora rivive i fasti del passato a quando la Serenissima Repubblica Veneta ne faceva ampio uso per la costruzione di abitazioni e delle imbarcazioni.

Sul territorio del Friuli Venezia Giulia maturano ogni anno circa 30.000MC di questa specie che vanno ad alimentare le imprese dei trasformazione del territorio.

Contatti

FriûlDane c/o Legno Servizi s.c
Tel. 0433/468120

amministrazione@legnoservizi.it
www.abetebianco.net
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